Il Monastero
La Storia
Le sue origini si collocano alla fine del X secolo, intorno al 980, quando alcuni eremiti scelsero di costruire le prime celle di un eremo che nel corso dei secoli diventerà l’attuale monastero.e.
La spiritualità di questi eremiti fu influenzata da San Romualdo di Ravenna, padre della Congregazione benedettina camaldolese. Egli visse e operò fra il X e l’XI secolo in zone vicinissime a Fonte Avellana, quali Sitria, il monte Petrano, e San Vincenzo al Furlo.

Spiritualità
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Entrando nei suoi spazi, soprattutto dimorando nella cella (la piccola regola di S. Romualdo propone di rimanere seduti in cella a pregare e a ruminare i salmi), si fa l’esperienza del silenzio. È un abbraccio invisibile di energia spirituale che ti vuole salutare, proteggere, elevare.
Quello di Fonte Avellana è uno dei pochissimi ancora originali non avendo mai avuto bisogno di essere ricostruito a seguito di bombardamenti o fenomeni sismici.

Biblioteca
Fu fatta allestire nel 1733 dall’Abate D. Giacinto Boni di Forlì, grande amante delle scienze e delle lettere.
Fu fatta allestire nel 1733 dall’Abate D. Giacinto Boni di Forlì, grande amante delle scienze e delle lettere.
I suoi scaffali di noce nel corso del sec. XIX rimasero vuoti per ben due volte: nel 1811, infatti, con la Soppressione napoleonica i libri più importanti furono trasferiti alla biblioteca di Brera a Milano e gli altri a quella di Urbino. Questi ultimi furono recuperati nel 1816 ma con la nuova soppressione del 1866, la biblioteca fu nuovamente spogliata e i libri trasferiti alla Biblioteca Marini di Pergola. Fortunatamente il monastero riuscì di nuovo a rientrarne in possesso nel 1933.
Oggi contiene quasi tutto il patrimonio librario antico di Fonte Avellana che è costituito da circa 25.000 volumi tutti stampati a partire dalla scoperta della stampa (il libro più antico è un incunabolo del 1470) fino alla fine del sec. XIX.
La biblioteca moderna del monastero custodisce circa settemila volumi, di contenuto prevalentemente teologico, letterario, filosofico, storico e patristico.
È stata allestita nel 1965 anno in cui ricorreva il VII centenario della nascita di Dante che, nel Canto XXI del Paradiso della Divina commedia, dialogando con San Pier Damiani, descrive il luogo dove si trova Fonte Avellana, tanto da far pensare ad una sua presenza nell’eremo intorno al 1318, anno in cui era in esilio nella vicina città di Gubbio.
La sala è del sec. XI ed era inizialmente utilizzata come foresteria per i pellegrini.

Itinerari e Incontri
A partire dal 1987, d’intesa con la comunità monastica di Camaldoli si forma, presso l’Eremo di Monte Giove, un gruppo di laici di provenienze formative ed ideologiche diverse disposto a confrontarsi e ad attingere al patrimonio culturale e spirituale del monachesimo. Gli obiettivi che si diede erano:
CENTRO
di divenire punto di riferimento culturale e spirituale per credenti e non credenti
INCONTRO
avviare incontri tra fedi
e religioni diverse
CONFRONTO
promuovere confronti e approfondimenti su tematiche che interpellano la chiesa e la società
Su tali basi venne costituita l’ Associazione “ITINERARI E INCONTRI“.
Fu reso più evidente che: era opportuno riconoscere uno spazio al mondo della scuola e dei giovani in generale, diveniva necessità impellente che la spiritualità monastica si confrontasse con i grandi temi della politica e della storia contemporanea, con i percorsi della filosofia, con l’esegesi perenne della scrittura, con i drammi ricorrenti dell’esistere.
con i percorsi della filosofia, con l’esegesi perenne della scrittura, con i drammi ricorrenti dell’esistere.
Dal 2012 l’Associazione ha trasferito la sede e le attività presso il Monastero di FonteAvellana.
