La Biblioteca

Fu fatta allestire nel 1733 dall’Abate D. Giacinto Boni di Forlì, grande amante delle scienze e delle lettere.

Oggi contiene quasi tutto il patrimonio librario antico di Fonte Avellana che è costituito da circa 20.000 volumi tutti stampati a partire dalla scoperta della stampa (il libro più antico è un incunabolo del 1470) fino alla fine del sec. XIX.

Storica

Fu fatta allestire nel 1733 dall’Abate D. Giacinto Boni di Forlì, grande amante delle scienze e delle lettere. I suoi scaffali di noce nel corso del sec. XIX rimasero vuoti per ben due volte: nel 1811, infatti, con la Soppressione napoleonica i libri più importanti furono trasferiti alla biblioteca di Brera a Milano e gli altri a quella di Urbino.
 Questi ultimi furono recuperati nel 1816 ma con la nuova soppressione del 1866, la biblioteca fu nuovamente spogliata e i libri trasferiti alla Biblioteca Marini di Pergola. Fortunatamente il monastero riuscì di nuovo a rientrarne in possesso nel 1933. Oggi contiene quasi tutto il patrimonio librario antico di Fonte Avellana che è costituito da circa 20.000 volumi tutti stampati a partire dalla scoperta della stampa (il libro più antico è un incunabolo del 1470) fino alla fine del sec. XIX.
La maggior parte dei codici manoscritti prodotti nello Scriptorium e conservati nella biblioteca si trova dal 1500 alla Biblioteca Vaticana, dove li ha portati l’abate commendatario Giuliano della Rovere. A Fonte Avellana ne sono rimasti soltanto undici tra cui il Codice NN, un breviario a cui una tradizione orale vuole che abbia posto mano lo stesso Guido da Pomposa. Comunque, esso testimonia certamente il momento in cui il sistema guidoniano di notazione si è diffuso negli scriptoria dell’Italia Centrale.

Moderna

La biblioteca moderna del monastero custodisce circa 10.000 volumi, di contenuto prevalentemente teologico, letterario, filosofico, storico e patristico.

La biblioteca moderna del monastero custodisce circa 10.000 volumi, di contenuto prevalentemente teologico, letterario, filosofico, storico e patristico.

È stata allestita nel 1965 anno in cui ricorreva il VII centenario della nascita di Dante che, nel Canto XXI del Paradiso della Divina commedia, dialogando con San Pier Damiani, descrive il luogo dove si trova Fonte Avellana, tanto da far pensare ad una sua presenza nell’eremo intorno al 1318, anno in cui era in esilio nella vicina città di Gubbio. La sala è del sec. XI ed era inizialmente utilizzata come foresteria per i pellegrini.

Consulta il catalogo on-line

È possibile consultare il catalogo informatico della Biblioteca antica e moderna del Monastero cliccando sul link alla Rete Servizi Bibliotecari di Pesaro e Urbino.

ll Monastero di Fonte Avellana

Il monastero è uno scrigno di bellezza e sobrietà naturalistica  che può offrirti le ricchezze della sua tradizione spirituale e culturale. 

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